Mi
avvicino ad una coppia, mi dicono di essere di Hong Kong, in visita
ad una loro ex-connazionale, ormai stabile in Turchia, sposata ad un
americano. Spiego che la mia famiglia è credente, ma io, per quanto
ami l'atmosfera natalizia, non vado in chiesa se non per sentire
cantare il mio babbo. Lui mi guarda serio e dice: –Forse è
arrivato il momento di fare visita ad una chiesa di nuovo.– con lei
che annuisce alle sue spalle. In poco tempo mi ritrovo l'amico
americano che mi spiega come arrivare là, a che ora sarà la messa,
etc. La messa sarà nella cappella del consolato olandese, su una
laterale di viale İstiklal. Ma, mentre mi spiega i dettagli, le
nostre voci sono sommerse dal coro poderoso della manifestazione
della Türk Gençlik Birliği (Unione della gioventù turca), che
chiede a tutta voce le dimissioni del governo ladro. Il coro di
bambini rimane ammutolito e in attesa.
Siccome non avevo ancora letto
le notizie (non dimentichiamoci che era la mia settimana di vacanza), non sapevo la ragione di quell'appellativo, “ladro”,
così l'ho chiesto a un signore che mi stava accanto. Il governo sta
rubando tutto, dice, a loro che lavorano nell'educazione, nel
sociale, che sono insegnanti, psicologi, medici. Gli dico che maggior
parte delle persone con cui parlo sostengono il governo e stimano il
loro premier. Lui sostiene che le persone con cui parlo sono tutte
ignoranti (cahil) e
non capiscono nulla. Invece quelli che vedo sfilare davanti sono
tutti loro, che vedono sparire le risorse e hanno studiato e capiscono. Sfilano con scatole di scarpe nelle mani, che sollevano
in aria. In scatole di scarpe, come ho appreso poi, pare che il presidente della banca
statale Halkbank nascondesse tangenti ricevute per rendere la vita
facile ad un imprenditore iraniano di origine azera. Uno scandalo
enorme, una Tangentopoli in cui sono coinvolti anche i figli di tre ministri, indagati per
tangenti dalle compagnie edilizie nell'ambito dello sviluppo urbano
(il nostro kentsel dönüşüm). La compagnia edilizia Ağaoğlu avrebbe scavalcato il divieto di espansione di uno dei suoi progetti, da parte dell'ufficio di pianificazione urbana del comune di Istanbul, rivolgendosi direttamente al figlio del Ministro dell'Ambiente e dell'Urbanistica, Erdoğan Bayraktar. Ora i tre ministri: ambiente, economia (il già citato Çağlayan) e
affari Ue (Egemen Bağiş) hanno dato le dimissioni, mentre il premier ha ordinato la
sospensione dal servizio di cento poliziotti e di un pubblico ministero che lavoravano
all'indagine. Se tutto ciò fosse la verità, e non un complotto
ordito dai sostenitori di Fetullah Gülen (si parla ormai di faida),
io avrei già finito la mia tesi e me ne potrei tornare a casa. É
stato perfino arrestato (ora rilasciato) il sindaco della municipalità di Fatih, Mustafa Demir, accusato di aver dato il permesso di costruire su aree protette
dall'Unesco (Sulukule?).
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