Le tanto attese elezioni sono finalmente passate. La tensione nelle strade, dopo una domenica elettorale semideserta di autobus vuoti in attesa alle fermate, è scesa. Niente più pulmini, niente più musica a tutto volume né raduni di partiti estemporanei di cui finora ignoravo l'esistenza, come questo dell'Hepar a Kadıköy. I –per fortuna– pochi presenti recitavano in coro il discorso di Atatürk alla gioventù, tenendo entrambe le braccia alzate a mo' di saluto, e sembravano davvero un po' invasati.
Adesso ci sono le buone notizie. Vero che ha vinto l'Akp e se fossimo in Italia non mi augurerei la vittoria di una simile forza politica. Ma qui siamo in Turchia, e devo pensare con un altro cervello. La mancanza di scrupoli negli investimenti e nei progetti edilizi che caratterizza questo partito mi fa paura, come ho già scritto altrove. Ma forse questa mancanza di scrupoli, queste tigri anatoliche che assomigliano di più all'Europa di tanti altri sbandieratori, in virtù dell'interesse al guadagno forse possono davvero migliorare questo Paese, loro malgrado. Non sarà certo un cambiamento profondo e gravido di vantaggi per la democrazia, ma per il momento è quanto di meglio si possa augurare al Paese. Nel suo discorso a scrutini conclusi, Erdoğan si è rivolto alla nazione parlando ai fratelli Curdi, Aleviti, Laz, Sunniti, Circassi. Ha parlato di diritti delle minoranze. I curdi dal canto loro hanno festeggiato la loro piccola grande vittoria (36 candidati entreranno in Parlamento) e la disfatta del partito Repubblicano di Kılıçdaroğlu. Sui giornali sensibili ai diritti delle minoranze è stato molto apprezzato il discorso del capo del Governo: "Magari tutti parlassero dal balcone!". I discorsi di Erdoğan dal balcone sono ormai un appuntamento fisso: per la terza volta, dopo la sua vittoria, è uscito sul famigerato balcone della sede del suo partito e ha parlato alla nazione. Il compromesso con il Partito della Giustizia e dello Sviluppo è visto come possibile, diversamente con il Chp, benché il suo segretario generale sia curdo e alevita.
Ma le buone notizie non sono finite qui: ben 78 donne hanno conquistato una poltrona in Parlamento. Tra di esse, ci tengo a menzionare Leyla Zana, finora detenuta dopo che 17 anni fa, dopo la sua elezione a deputata, aveva pronunciato una frase in curdo durante il suo giuramento. Il suo giuramento è pertanto atteso con curiosità. Il Bdp, partito democratico della pace, filo-curdo, ha sostenuto l'elezione della candidata indipendente Sebahat Tuncel, eletta a Istanbul, nella foto qui sotto il giorno prima delle elezioni in una marcia a kadikoy.
"..metterci nei loro panni, un'impresa snervante che non riesce mai perfettamente." C.Geertz
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martedì 14 giugno 2011
Lo sguardo gentile del Parlamento
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Cartolina post-elettorale
Una gita in un posto bellissimo, unico al mondo. In questo posto il mare diventa come un vasto fiume e si insinua nella terra, portando con sé navi imponenti, correnti portentose e delfini. La terra sta ferma lì, si affaccia, e non può fare altro che guardare, questo incessante trascorrere. La terra è verde e ventosa, lo spazio è enorme, cielo mare e terra che si sciolgono insieme in questa bellezza miracolosa. Questo posto è Istanbul, unico al mondo, irripetibile.
Da qualche decennio a questa parte il verde fisso della terra ha ceduto sempre più il posto al grigio di palazzi brutti, le gru mangiano gli alberi a colazione a pranzo e a cena. Ma da dove mi trovo ora, dall'alto di Anadolu Kavağı, posso vedere che c'è ancora una linea che non è stata sorpassata, che il grigio finisce ad un certo punto e tutto concentrato sembra spingere per invadere il resto. Ma per ora non è passato da qui. Ma se qui dovesse passare il terzo ponte, che fa parte del programma elettorale dell'Akp, non so quanto il fronte verde riuscirà a tenere. E allora questo angolo di mondo unico, questo scorcio incredibile, sarà ricordato come oggi la vecchia Istanbul sulle ristampe delle vecchie cartoline, quando Istanbul era Costantinopoli ed era un sogno arabo.
Nella Istanbul di oggi l'industria edilizia è popolare tanto quanto le merendine: le pubblicità che passa la tv sono per la gran parte merendine e costruzioni di lusso, dove le agenzie immobiliari sono come dei piccoli imperi, delle dinastie, che portano il cognome dei loro fondatori, e che nelle reklam regalano sogni di lusso e il lusso come un diritto di tutti. E' davvero un momento d'oro per l'industria edilizia turca, dalle autostrade che divorano le montagne nella valle del Çoruh al terzo ponte gettato sull'intemperanza di questo stretto. E che cosa può fermare un partito che ha preso il 50% delle preferenze dei cittadini (stessa percentuale nella stessa Istanbul)?
Da qualche decennio a questa parte il verde fisso della terra ha ceduto sempre più il posto al grigio di palazzi brutti, le gru mangiano gli alberi a colazione a pranzo e a cena. Ma da dove mi trovo ora, dall'alto di Anadolu Kavağı, posso vedere che c'è ancora una linea che non è stata sorpassata, che il grigio finisce ad un certo punto e tutto concentrato sembra spingere per invadere il resto. Ma per ora non è passato da qui. Ma se qui dovesse passare il terzo ponte, che fa parte del programma elettorale dell'Akp, non so quanto il fronte verde riuscirà a tenere. E allora questo angolo di mondo unico, questo scorcio incredibile, sarà ricordato come oggi la vecchia Istanbul sulle ristampe delle vecchie cartoline, quando Istanbul era Costantinopoli ed era un sogno arabo.
Nella Istanbul di oggi l'industria edilizia è popolare tanto quanto le merendine: le pubblicità che passa la tv sono per la gran parte merendine e costruzioni di lusso, dove le agenzie immobiliari sono come dei piccoli imperi, delle dinastie, che portano il cognome dei loro fondatori, e che nelle reklam regalano sogni di lusso e il lusso come un diritto di tutti. E' davvero un momento d'oro per l'industria edilizia turca, dalle autostrade che divorano le montagne nella valle del Çoruh al terzo ponte gettato sull'intemperanza di questo stretto. E che cosa può fermare un partito che ha preso il 50% delle preferenze dei cittadini (stessa percentuale nella stessa Istanbul)?
lunedì 30 maggio 2011
Pulmini elettorali
La campagna elettorale fa largo uso di minibus e musica. Passano per le stradicciole in salita spaventando giovani e vecchi, sbucando quando meno te lo aspetti. Ad esempio oggi è stato il turno del pulmino azzurro-blu del partito della felicità, sbucato fuori a Şişhane con la faccia del candidato premier stampata su che salutava i passanti a ritmo di cover cantate male di canzoni popolari. Volume al massimo, naturalmente. Si ferma in salita minacciando di capovolgersi e invece si apre lo sportello e ad una ad una scendono più o meno trenta persone: donne con il velo in testa e uomini in maniche di camicia, emergono uno dopo l'altro accompagnati dal trionfo della musica. Quando il pulmino ha finito di rigurgitarli, rimane lì aperto a mostrare la sua gola vuota per un po' con la musica che va e poi richiude il portello e riparte, sempre musicante. E' la campagna elettorale più felice che io abbia mai visto, se non fosse per i vari tentativi di screditare gli avversari con accuse più o meno gravi. Che si tratti di scandali sessuali o di piani eversivi, come per Kiliçdaroğlu, l'altroieri in tv per dire che lui è tranquillo e se ne sta a capo del suo partito (Chp, repubblicano) senza paura, mentre chi dovrebbe vergognarsi è chi presiede ora il governo, che di capi di accusa ne ha tanti di più di uno.
Segue presto aggiornamento con foto di pulmini elettorali.
Vedi "gallerie fotografiche"
Segue presto aggiornamento con foto di pulmini elettorali.
Vedi "gallerie fotografiche"
domenica 10 aprile 2011
I candidati caldi del Bdp
Il Partito Democratico della Pace, Bdp, il partito della lotta del popolo curdo per i diritti, ha presentato la sua lista di candidati per le prossime elezioni parlamentari del 12 giugno. Fra di essi sei persone sotto processo perché accusati di appartenere al Kck, la confederazione democratica curda voluta da Abdullah Öcalan che il governo turco teme almeno tanto quanto Ergenekon, benché le due realtà non possano essere più lontane. Kck è il frutto degli studi a cui il leader curdo si è dedicato durante i suoi anni in prigione, che non vanno disgiunti dagli inviti rivolti al Pkk di agire in modo democratico e nella ricerca di un dialogo con il governo.
Fra i candidati si distinguono personalità davvero potenti, dal punto di vista emotivo e per la attualità degli eventi ad essi legati. Basta fare un esempio, per ritrovarne il filo già in questo blog: Ahmet Türk, aggredito selvaggiamente esattamente un anno fa, candidato a Mardin. O Leyla Zana, in prigione per dieci anni per aver pronunciato una frase in curdo in parlamento, che è in lista a Diyarbakir.
Il vice primo ministro turco Cemil Çiçek ha dichiarato in tv che la legge non vieta di candidare persone implicate in un processo. E' una scelta del partito, che poi quello che conta è la volontà popolare, ha detto Çiçek.
Per ora i nomi sono 61, tra cui 13 donne, per 39 province.
Fra i candidati si distinguono personalità davvero potenti, dal punto di vista emotivo e per la attualità degli eventi ad essi legati. Basta fare un esempio, per ritrovarne il filo già in questo blog: Ahmet Türk, aggredito selvaggiamente esattamente un anno fa, candidato a Mardin. O Leyla Zana, in prigione per dieci anni per aver pronunciato una frase in curdo in parlamento, che è in lista a Diyarbakir.
Il vice primo ministro turco Cemil Çiçek ha dichiarato in tv che la legge non vieta di candidare persone implicate in un processo. E' una scelta del partito, che poi quello che conta è la volontà popolare, ha detto Çiçek.
Per ora i nomi sono 61, tra cui 13 donne, per 39 province.
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