Per questo è fondamentale includere i diritti legati al genere e all'orientamento sessuale nella legge fondamentale dello Stato, la Costituzione. E si guardi bene che non è solo un aggiungere. Se i diritti in questione sono taciuti, non si può prevedere con quanta affidabilità verranno applicati gli altri. E' una modifica dello sguardo sia da parte di chi la legge la fa, sia da parte di chi la deve rispettare.
In Turchia la lotta per la modifica dell'articolo 10 della Costituzione (Anayasa) sta avendo una vivace accelerazione: le proposte sono state inviate alla Grande Assemblea Nazionale Turca (Tbmm) e prevedono la rinuncia a concetti come "pubblica moralità"a cui si fa riferimento per determinare i diritti dei cittadini. Si tratta di un concetto vago e mutevole nella Storia, perciò riferibile a sempre diversi individui, puntualizza l'associazione Kaos Gl, di Ankara. La loro proposta è di chiamare le cose con il loro nome e quindi riscrivere l'articolo 10 come segue:
Diritti fondamentali di ciascun individuo. Ogni individuo è uguale davanti alla legge, indipendentemente da lingua, etnia, colore della pelle, genere, orientamento sessuale, identità dei genere, visione politica, credo filosofico, religione, setta, stato civile, età, disabilità, etc. (sic)L'attuale elenca "lingua, razza, colore, genere, pensiero politico, credo filosofico, religione, setta e simili ragioni..". Un'aggiunta del 2004 precisa la parità tra uomini e donne di fronte alla legge e nel 2010 si aggiunge un riferimento a disabili e invalidi di guerra e civili.
Questo non è naturalmente l'unico modo per parlare di discriminazione di genere e sessuale: c'è sempre il cinema. Anche se, come si domanda Emrah Güler sulle pagine di Hürriyet, non dovesse esistere un cinema gay turco, nel senso di fatto da cineasti gay che parlino di tematiche gay, il nuovo lavoro dei registi Caner Alper e Mehmet Binay, Zenne Dancer, sarebbe un buon inizio per inaugurare una serie. Il film si basa sulla storia vera del primo omicidio d'onore conosciuto perpetrato nei confronti di un omosessuale. Ahmet Yıldız fu ucciso nel 2008 dal proprio padre, mentre usciva da un bar. Zenne sono i danzatori maschi di danza del ventre.
Intanto le donne mostrano un muso duro di sdegno contro un processo (Fethiye davası) che riguarda un caso di stupro collettivo nella città di Muğla. Mercoledì scorso attiviste della Piattaforma delle Donne di Ankara si sono presentate ad una conferenza della Lega degli Avvocati di Ankara nel momento in cui prendeva la parola il difensore degli imputati, l'avvocato İlker Gürkan. Urlando slogan contro una "giustizia maschile che non è una giustizia"e innalzando cartelli che recitavano"non proteggete lo stupro"hanno decisamente fatto un po' di sano rumore. La ripresa del processo è prevista per il prossimo 17 febbraio.
Guarda il video della protesta qui.
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