Sono a Istanbul per la mia ricerca di
tesi che ha come tema l'Islam e l'edilizia, il capitalismo islamico e
la produzione di nuove forme di abitare, di nuovi stili di fare
città. L'abitare è uno snodo che chiama in causa molti aspetti
della vita degli esseri umani, fra i quali non credo – e non
pretendo – di poter stabilire un ordine; ciò che mi interessa è
piuttosto la possibilità stessa di indagare questi aspetti della
vita urbana. Quanto sono visibili? Quanto possono essere indagati
attraverso gli strumenti video-fotografici? Nella mia ricerca ha
infatti molta importanza l'ambiente, il paesaggio, inteso come
riferimento per l'orientamento, per l'abitare (cfr. La
Cecla).
Prenderò
in considerazione tre interventi edilizi: il terzo ponte sul Bosforo,
il quartiere tradizionalmente Rom di Sulukule, ormai raso al suolo, e
il progetto di rinnovamento di Fikirtepe, ora in atto.
E
allora perché ho ritenuto importante andare alla commemorazione
della morte di Mustafa Kemal Atatürk, il padre della patria turca
laica e progressista, repubblicana e intellettuale, avvenuta 75 anni
fa? Per verificare 1) chi ci sarebbe andato 2) per mostrare che cosa,
con che intenzione 3) con quale atteggiamento e infine 4) quante
persone ci sarebbero andate. Avevo ritenuto che in un momento della
politica turca in cui il laicismo così come è inteso
tradizionalmente qui sembra divenire sempre più obsoleto, questa
fosse un'occasione per riaffermare un'ideologia che sfuma,
mortificata dal crescente progressismo islamico, moderno e
produttivo. Uno scontro che appare subito esplicito prendendo un
qualunque autobus, facendo una qualunque passeggiata: la città, i
ponti, le autostrade, gli edifici sono tappezzati di immagini del
premier Recep Tayiip Erdogan, la sua faccia sollevata a mezz'aria che
realizza i sogni e le favole degli abitanti della città: la
metropolitana, il tunnel sotto il Bosforo..Fa il verso all'egualmente
onnipresente (prima l'unica) immagine di Atatürk, che adesso appare
un po' invecchiata. E allora mi aspettavo del vigore per riaffermarne
la vitalità, oggi, nel giorno della sua morte. Infatti è stato
così, benché tra la folla qualcuno immagino sia venuto solo per
entrare gratis nel palazzo di Dolmabahce. Bandiere, bandane,
coccarde, canti. Una fiumana di gente che tornava dalla visita al
sancta sanctorum del palazzo: la stanza dove il Padre dei Turchi è
spirato. Un'altra fiumana entrava, e io con loro. Sarebbe bello
dilungarsi sull'aspetto sacrale e – oserei – religioso delle
cerimonie (alle 9:05 suonano le sirene e la città si blocca, i
passanti con il passo sospeso, o un automobilista che ferma la
macchina e si mette in piedi accanto alla portiera; mentre una
ragazza velata cammina con forse ostentata indifferenza). È magico,
fa correre un brivido. Un'unione mistica della nazione a cui mi è
concesso partecipare. Ma non è più nell'argomento della mia tesi.
Invece trovandomi lì, e dovendo decidere cosa riprendere ho deciso
che valeva la pena riprendere cosa facevano le persone, come vivevano
questa sacralità, quanto spazio le davano, come si rapportassero con
la specialità del luogo. E ho visto (e ripreso): che, una volta
dentro le sale del palazzo, parlavano e bisticciavano (per esempio si
lamentavano del fatto che si facessero le pulizie proprio in quel
momento), facevano le foto prima di guardare, non guardavano (mentre
lo studiolo di Mustafa Kemal è stato preso d'assalto dai telefonini,
il suo bagno è passato completamente inosservato); ho visto che
rifacevano volentieri una coda, dopo tutta quell'estenuante
precedente, per lasciare una firma; che facevano fotografie con i
reduci di guerra; che cantavano e applaudivano. Erano presenti, per
dire qualcosa sulla politica attuale. Ma questa è solo una mia
interpretazione.
Tezim
için İstanbul'a geldim. Tez konusu kentsel dönüşme ve
İslam-İnşaat kombinasyonudur, ayrıca ne türlü bir şehir
yapıldı, hangi yaşam tarzi seçildi ve sonunda kim tarafından?
Tahliye edilen insanların nasıl yeni evlerini yapacaklarını ile
ilgileniyorum. Mekan, ev yaşamak, hep insanlarınla ilgilenilen
konuların kesiştiği noktadadır. Bu konuların arasında hiç
düzenlemek istemiyorum fakat sadece görünen bir tarafın olup
olmadığını ispat etmek istiyorum. Araştırmamda manzara çok
önemli, kişisel manzarası ve paylaşımlı, toplumsal manzarası.
Fisiksel çevrenin çok hızlı değiştiği zaman sakinlerine ne
oluyor, kendi oryantasyon kaybolmadılar mı? Bir tanınan mekanı
yaşanlar kaybolmuyorlar mı? Üç tane inşaat projelere bakıyorum:
üçüncü köprü, Sulukule ve Fikirtepe.
O
zaman neden Dolmabahçe'de yer alan 75. Atatürk'ün ölümü anma
töreniye gitmeye karar verdim?
Çünkü,
Akp'nın ve Cemaat'in iktidarın yükseldiği zamanda, bu törene 1)
katılımcılar kim 2) ne göstermek için, hangi tutumla gittiğini
3) hangi davranış göstereceklerini ve son 4) kaç katılımcılar
olacağıni ispat etmek istedim. Şimdiki siyasal durumda laikliğin
önemini sağlamlaştırmaya itihyacı hissedilebildiğini düşündüm.
Bu karşılaşma daha sokaklarda, duvarlarda, otoyollarda
görülebilir: başbakanın kafasi Atatürk'ün yüzü ile yarışıyor.
Eskiden tek görülebildi ikon Atatürk'ündü. Ama bügün,
Erdoğan'ın her yerden Türkler'in arzuları ve hikayeleri
gerçekleştirdiğinden övünen kafası diğeri karşılaştırmada
biraz demode çıkıyor. Bu yüzden siyasal diyaloğunda Atatürkculer
tarafından bir mesaj atmak için Dolmabahçe'deki simgesel bir
fırsat olduğunu zannettim.
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