domenica 10 novembre 2013

La riscossa dei laici


Sono a Istanbul per la mia ricerca di tesi che ha come tema l'Islam e l'edilizia, il capitalismo islamico e la produzione di nuove forme di abitare, di nuovi stili di fare città. L'abitare è uno snodo che chiama in causa molti aspetti della vita degli esseri umani, fra i quali non credo – e non pretendo – di poter stabilire un ordine; ciò che mi interessa è piuttosto la possibilità stessa di indagare questi aspetti della vita urbana. Quanto sono visibili? Quanto possono essere indagati attraverso gli strumenti video-fotografici? Nella mia ricerca ha infatti molta importanza l'ambiente, il paesaggio, inteso come riferimento per l'orientamento, per l'abitare (cfr. La Cecla).
Prenderò in considerazione tre interventi edilizi: il terzo ponte sul Bosforo, il quartiere tradizionalmente Rom di Sulukule, ormai raso al suolo, e il progetto di rinnovamento di Fikirtepe, ora in atto.

E allora perché ho ritenuto importante andare alla commemorazione della morte di Mustafa Kemal Atatürk, il padre della patria turca laica e progressista, repubblicana e intellettuale, avvenuta 75 anni fa? Per verificare 1) chi ci sarebbe andato 2) per mostrare che cosa, con che intenzione 3) con quale atteggiamento e infine 4) quante persone ci sarebbero andate. Avevo ritenuto che in un momento della politica turca in cui il laicismo così come è inteso tradizionalmente qui sembra divenire sempre più obsoleto, questa fosse un'occasione per riaffermare un'ideologia che sfuma, mortificata dal crescente progressismo islamico, moderno e produttivo. Uno scontro che appare subito esplicito prendendo un qualunque autobus, facendo una qualunque passeggiata: la città, i ponti, le autostrade, gli edifici sono tappezzati di immagini del premier Recep Tayiip Erdogan, la sua faccia sollevata a mezz'aria che realizza i sogni e le favole degli abitanti della città: la metropolitana, il tunnel sotto il Bosforo..Fa il verso all'egualmente onnipresente (prima l'unica) immagine di Atatürk, che adesso appare un po' invecchiata. E allora mi aspettavo del vigore per riaffermarne la vitalità, oggi, nel giorno della sua morte. Infatti è stato così, benché tra la folla qualcuno immagino sia venuto solo per entrare gratis nel palazzo di Dolmabahce. Bandiere, bandane, coccarde, canti. Una fiumana di gente che tornava dalla visita al sancta sanctorum del palazzo: la stanza dove il Padre dei Turchi è spirato. Un'altra fiumana entrava, e io con loro. Sarebbe bello dilungarsi sull'aspetto sacrale e – oserei – religioso delle cerimonie (alle 9:05 suonano le sirene e la città si blocca, i passanti con il passo sospeso, o un automobilista che ferma la macchina e si mette in piedi accanto alla portiera; mentre una ragazza velata cammina con forse ostentata indifferenza). È magico, fa correre un brivido. Un'unione mistica della nazione a cui mi è concesso partecipare. Ma non è più nell'argomento della mia tesi. Invece trovandomi lì, e dovendo decidere cosa riprendere ho deciso che valeva la pena riprendere cosa facevano le persone, come vivevano questa sacralità, quanto spazio le davano, come si rapportassero con la specialità del luogo. E ho visto (e ripreso): che, una volta dentro le sale del palazzo, parlavano e bisticciavano (per esempio si lamentavano del fatto che si facessero le pulizie proprio in quel momento), facevano le foto prima di guardare, non guardavano (mentre lo studiolo di Mustafa Kemal è stato preso d'assalto dai telefonini, il suo bagno è passato completamente inosservato); ho visto che rifacevano volentieri una coda, dopo tutta quell'estenuante precedente, per lasciare una firma; che facevano fotografie con i reduci di guerra; che cantavano e applaudivano. Erano presenti, per dire qualcosa sulla politica attuale. Ma questa è solo una mia interpretazione.


Tezim için İstanbul'a geldim. Tez konusu kentsel dönüşme ve İslam-İnşaat kombinasyonudur, ayrıca ne türlü bir şehir yapıldı, hangi yaşam tarzi seçildi ve sonunda kim tarafından? Tahliye edilen insanların nasıl yeni evlerini yapacaklarını ile ilgileniyorum. Mekan, ev yaşamak, hep insanlarınla ilgilenilen konuların kesiştiği noktadadır. Bu konuların arasında hiç düzenlemek istemiyorum fakat sadece görünen bir tarafın olup olmadığını ispat etmek istiyorum. Araştırmamda manzara çok önemli, kişisel manzarası ve paylaşımlı, toplumsal manzarası. Fisiksel çevrenin çok hızlı değiştiği zaman sakinlerine ne oluyor, kendi oryantasyon kaybolmadılar mı? Bir tanınan mekanı yaşanlar kaybolmuyorlar mı? Üç tane inşaat projelere bakıyorum: üçüncü köprü, Sulukule ve Fikirtepe.

O zaman neden Dolmabahçe'de yer alan 75. Atatürk'ün ölümü anma töreniye gitmeye karar verdim?
Çünkü, Akp'nın ve Cemaat'in iktidarın yükseldiği zamanda, bu törene 1) katılımcılar kim 2) ne göstermek için, hangi tutumla gittiğini 3) hangi davranış göstereceklerini ve son 4) kaç katılımcılar olacağıni ispat etmek istedim. Şimdiki siyasal durumda laikliğin önemini sağlamlaştırmaya itihyacı hissedilebildiğini düşündüm. Bu karşılaşma daha sokaklarda, duvarlarda, otoyollarda görülebilir: başbakanın kafasi Atatürk'ün yüzü ile yarışıyor. Eskiden tek görülebildi ikon Atatürk'ündü. Ama bügün, Erdoğan'ın her yerden Türkler'in arzuları ve hikayeleri gerçekleştirdiğinden övünen kafası diğeri karşılaştırmada biraz demode çıkıyor. Bu yüzden siyasal diyaloğunda Atatürkculer tarafından bir mesaj atmak için Dolmabahçe'deki simgesel bir fırsat olduğunu zannettim.  

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