Tra un negozio di casalinghi e un büfe, tra un marciapiede rotto e una macchina parcheggiata male, ecco comparirmi davanti agli occhi una galleria d'arte, con dei lavori rettangolari in bianco e nero che mi attirano come una calamita. Entriamo. E' la mostra di un certo Turgut Yüksel.
I lavori, tele bianche con sagome nere simili a stencil raffinati che danno l'idea di scene in controluce, in giornate molto assolate, sono il suo augurio di felicità (Saadetler dilerim). I dipinti traboccano di ironia e acutezza semiotica; intendo dire con questo che ogni segno è pertinente ed è evidente che l'artista ne è consapevole, sapendo miscelare e selezionare gli elementi grafici in modo sintetico e diretto. Cosa che mi stupisce, dato che sono abituata alla propensione piuttosto narrativa dell'estetica turca. Di fronte a molti quadri ci è partita di slancio la risata. Ogni pezzo aveva un titolo, parte grafica integrante dell'opera. Davanti a "Kapitalizm" mi sono lasciata andare ad una avvincente riflessione.
Un uomo aspetta sulla sua sedia a rotelle di fronte ad una scalinata, che termina su un patibolo per l'impiccagione, con il cappio pronto. Significa che per tutta la vita ci sentiamo come se ci mancasse qualcosa, come se avessimo un handicap, e cerchiamo di salire quella scala con tutte le nostre energie, affaticandoci e soffrendo, per poi scoprire che quello a cui ambivamo altro non è che questa brutta fine. Mentre cercavo di spiegare tutto ciò in turco all'amico al mio fianco mi sono resa conto di una cosa interessante della parola turca engelli, che sta per handicappato. Engelli è l'aggettivo che si forma da engel, che significa "ostacolo", così la persona handicappata è la persona che ha un ostacolo, ostacolata. Lo stesso verbo engellemek significa ostacolare ma anche impedire, contrastare, e si usa per esempio negli articoli di giornale per raccontare di come la polizia ferma i manifestanti. Questo per dire che secondo me la sensazione di inadeguatezza a cui ci spinge il sistema capitalistico descritta perfettamente dall'artista è verbalizzabile in modo precipuo solo in turco, o almeno a me non è venuta nessun'altra idea migliore.
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