La campagna elettorale fa largo uso di minibus e musica. Passano per le stradicciole in salita spaventando giovani e vecchi, sbucando quando meno te lo aspetti. Ad esempio oggi è stato il turno del pulmino azzurro-blu del partito della felicità, sbucato fuori a Şişhane con la faccia del candidato premier stampata su che salutava i passanti a ritmo di cover cantate male di canzoni popolari. Volume al massimo, naturalmente. Si ferma in salita minacciando di capovolgersi e invece si apre lo sportello e ad una ad una scendono più o meno trenta persone: donne con il velo in testa e uomini in maniche di camicia, emergono uno dopo l'altro accompagnati dal trionfo della musica. Quando il pulmino ha finito di rigurgitarli, rimane lì aperto a mostrare la sua gola vuota per un po' con la musica che va e poi richiude il portello e riparte, sempre musicante. E' la campagna elettorale più felice che io abbia mai visto, se non fosse per i vari tentativi di screditare gli avversari con accuse più o meno gravi. Che si tratti di scandali sessuali o di piani eversivi, come per Kiliçdaroğlu, l'altroieri in tv per dire che lui è tranquillo e se ne sta a capo del suo partito (Chp, repubblicano) senza paura, mentre chi dovrebbe vergognarsi è chi presiede ora il governo, che di capi di accusa ne ha tanti di più di uno.
Segue presto aggiornamento con foto di pulmini elettorali.
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