Partirà questa sera (o domani mattina) dal porto marittimo di Zeyport, Istanbul, una nuova missione dell'organizzazione non governativa islamica İHH, diretta a Misurata, in Libia. Il carico consiste di 682 tonnellate di generi di prima necessità, quali cibo e medicinali, per un valore totale di cinque milioni di lire turche, oltre due milioni e mezzo di euro.
La İHH è la stessa Ong turca che aveva guidato la Freedom Flotilla diretta verso Gaza con lo scopo di forzare il blocco imposto da Israele nel maggio dello scorso anno. La nave ammiraglia, la Mavi Marmara, venne abbordata dall'esercito israeliano. L'epilogo, con otto morti tra gli attivisti turchi, oltre ad un americano di origine turca, fu la causa della rottura dei rapporti diplomatici della Turchia con Israele e il trionfo dell'immagine della Turchia come paladina dei diritti dei popoli musulmani repressi.
Così si è espresso il presidente dell'associazione umanitaria Bülent Yıldırım riguardo alla missione in partenza per la Libia: " Vogliamo che questi aiuti raggiungano la gente della Libia, colpita sia dal governo libico che dalle forze Nato, che intendono conquistare il mondo islamico".
Intanto per quanto riguarda la faccenda della Mavi Marmara l'Onu ha convocato un tavolo di discussione con lo scopo di redigere una presentazione da consegnare al segretario generale Ban Ki Moon. Verranno ascoltati diplomatici di entrambe le nazioni coinvolte, Turchia e Israele, rispettivamente il 26 e il 27 aprile. Il tavolo sarà presieduto dall'ex premier neozelandese Geoffrey Palmer e dall'ex presidente colombiano Alvaro Uribe. E mentre una nuova Freedom Flotilla verso Gaza è programmata per il prossimo giugno, il governo israeliano sta già facendo pressioni per invitare i promotori a desistere da questo nuovo tentativo di forzare il blocco.
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